sabato, ottobre 29, 2011

Inter, 87 mln di perdite: addio fair play. Moratti: "Non riusciamo a mettere a posto i conti"


Buonanotte al fair play finanziario. Nonostante tutta la buona volontà, l’Inter proprio non ce la fa a mettere i conti in equilibrio. Il bilancio al 30 giugno 2011, approvato ieri dall’assemblea dei soci, registra un deficit di 86,8 milioni, in peggioramento rispetto al -69 dell’anno prima. Così la regola del breakeven imposta dall’Uefa diventa una chimera: nei prossimi due esercizi, a partire da quello iniziato a luglio, il rosso complessivo non potrà sforare i 45 milioni. I nerazzurri, per la verità, si trovano in buona compagnia, visto che la Juventus ha appena archiviato un passivo da 95,4 e il Milan, a dicembre 2010, ha chiuso a -69,8. Massimo Moratti, che proprio dodici mesi fa, davanti alla stessa platea, aveva annunciato il pareggio di bilancio nel giro di due anni, adesso deve ammettere: «Non siamo ancora in grado di mettere a posto i conti. Non so come i club italiani riusciranno a entrare in Champions in futuro, se il fair play dell’Uefa verrà confermato».

Coperta corta E la conversione all’austerity? Le campagne trasferimenti all’insegna dei giovani e della dismissione dei pezzi pregiati? Evidentemente non bastano. Sì, gli ammortamenti per l’acquisto dei calciatori sono scesi (da 64,8 a 56,7). Non tragga in inganno, però, la sforbiciata di 44 milioni dei costi per il personale: nel 2009-10, la stagione del triplete, furono posti a bilancio ben 50,8 milioni di premi da pagare ai tesserati. Se poi si va a guardare la voce dei compensi base dei calciatori, si riscontra addirittura un aumento: da 146,1 a 149,3. Il problema è che non si può pensare di fare ogni volta man bassa di titoli. Il fatturato record di un anno fa da 250,6 milioni, al netto delle plusvalenze, è ovviamente calato a causa dei minori introiti dalla Champions, anche se lo sprofondo a quota 217,3 milioni è «drogato » dalla distribuzione collettiva delle risorse tv della A (in passato una parte dei proventi doveva essere girata alle altre squadre). Un Ibrahimovic da vendere a peso d’oro, peraltro, non capita tutti i giorni: così le plusvalenze sono passate da 72,9 a 51,5. Magari, invece, si paga il prezzo di fallimenti quali Quaresma e Mancini la cui cessioni hanno comportato minusvalenze per 18,8 milioni. Moratti detta la sua ricetta: «Sul mercato non posso illudere i tifosi: c’è il fair play Uefa e c’è pure la crisi. Puntiamo a espandere il nostro marchio in regioni del mondo dove c’è tanta passione in modo da incrementare i ricavi commerciali. Anche se solo uno stadio nuovo potrebbe darci un grande ritorno, ma non si può fare subito».

Risorse fresche Di sicuro, al socio di riferimento non è venuta meno la generosità nei confronti dell’Inter. Tra agosto e ottobre Moratti ha staccato assegni per complessivi 25 milioni, fondamentali per ripianare il deficit patrimoniale maturato a giugno e garantire la continuità aziendale del club. In più, l’assemblea ha varato l’ennesimo aumento di capitale (40 milioni): come al solito, sarà coperto quasi interamente dal patron, che con Internazionale Holding detiene il 98,2% delle azioni.

fonte:gazzetta dello sport

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