venerdì, luglio 08, 2011

Zdenek Zeman


''Raramente mi capita di dire una bugia. Per questo mi sento solo. È un mondo, il nostro, in cui se ne dicono tante''. (citato in Corriere della Sera, 14 novembre 2004). Una voce bassa, lenta, rauca. Una voce che fa sempre rumore, oltre categorie e confini nazionali. Non è originariamente italiano Zdenek Zeman, ma si è fatto sempre capire molto bene ed ha ancora molto da dire al mondo del calcio. Allenava il Parma nella serie cadetta quando inizio a far parlare di sè, quando i suoi ragazzi senza paura batterono in amichevole niente poco di meno che il Real Madrid. Gli anni successivi sono storia. La chiamavano Zemanlandia: un'era, un'idea di calcio strabiliante. Difesa a centrocampo, 4-3-3 offensivo, tre punte pure. Zeman faceva spettacolo, faceva divertire i tifosi. Ecco, i tifosi: il suo obiettivo non era il risultato, ma la prestazione. Il calcio per il boemo è sempre stato puro divertimento, qualcosa che doveva valere il prezzo del biglietto, e mai qualcosa che dovesse portare solo alla vittoria e/o solo al guadagno. Non a caso le sue squadre segnano tanto, spesso però subiscono anche tanto. Non a caso attacca non solo in campo, ma anche fuori, eccome! Uno tra i primi a denunciare Calciopoli, l'unico a denunciare il doping legalizzato, e di nuovo uno dei primi ad indignarsi per le partite truccate. Questo fine campionato Zeman ha lasciato il Foggia per disaccordo societario, ha sfiorato i play-off: non le ha mandate a dire, più di una partita è stata caratterizzata da strani episodi, che le hanno inevitabilmente condizionate. Pochi giorni fa la notizia che ha fatto sorridere di piacere molti, il boemo è stato ingaggiato dal Pescara neo-promosso in B. Conferenza stampa spettacolare, ovviamente: ''Il calcio va curato dall'interno''! Non mollare mai mister, chi ama il calcio ama te.

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